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Oggi si apre il 71esimo Festival di Sanremo, che ci accompagnerà ogni sera fino a sabato prossimo, 6 marzo, giorno della finale. Sarà un Sanremo insolito e particolare per una serie di motivi, alcuni ovvi e altri meno. Noi del Lumen Festival abbiamo voluto raccontare in breve cosa rappresenta, per noi, Sanremo 2021.

 

Sanremo 2021 è:

LA SVOLTA INDIE

Fulminacci, COMA_COSE, Willie Peyote, Madame, AIELLO, Ghemon, Lo Stato Sociale, Gio Evan, La Rappresentante di Lista, Colapesce & Dimartino. Sembra la scaletta di un festival di musica indie (e pure uno di un certo livello). E invece sono alcuni dei nomi che in questi giorni, da big, calcheranno il palco del Teatro Ariston di Sanremo.

Una bellissima notizia per gli appassionati del genere. Una mini-rivoluzione per il festival musicale italiano per eccellenza, ma anche quello che più ha faticato a stare al passo coi tempi. Andando in onda su “Mamma Rai”, gli organizzatori del festival di Sanremo hanno sempre adottato un approccio conservativo, puntando su nomi cari al pubblico più attempato e poco – se non per nulla – attraenti per i più giovani. Ora invece la Rai pare essersi svegliata, rendendosi conto, da un lato, che la musica italiana si è evoluta e, dall’altro, che se non avvicina il pubblico under 30 alla TV adesso rischia di perderlo per sempre (come testimonia l’esistenza di un programma come “Una pezza di Lundini” su Rai 2, cosa che fino a qualche anno fa non sarebbe stata neanche immaginabile).

Se Sanremo negli ultimi tre anni, con la partecipazione di tanti nomi “giovani” e la vittoria di Mahmood nel 2018, pareva già aver imboccato la via dello svecchiamento, nel 2021 ha deciso di completare l’opera col botto. Con buona pace di Al Bano e Romina, che cantano un mondo che non esiste più. E spazio a nuove voci per raccontare un mondo che evidentemente è cambiato. E se se n’è accorto Sanremo, non c’è più via d’uscita.

 

IL FESTIVAL, MA SENZA PUBBLICO

Niente pubblico? Niente Festival. Così diceva Amadeus più di un mese fa, minacciando di lasciare il suo incarico di presentatore e direttore artistico di Sanremo se questo si fosse dovuto svolgere in assenza di pubblico in sala.

Ora, la presa di posizione di Amadeus era discutibile sotto diversi punti di vista, soprattutto dal momento che pretendeva un trattamento speciale per Sanremo, quando è l’intero mondo dello spettacolo ad essere in ginocchio (e in condizioni leggermente peggiori di chi in questi giorni calcherà il palco dell’Ariston). Ma, aldilà delle giustificate polemiche, il concetto espresso da Amadeus era sicuramente condivisibile: un festival musicale, senza pubblico, perde una parte fondamentale della propria stessa natura. L’idea che la musica dal vivo possa esistere senza i fan sotto al palco è un’idea cui siamo stati costretti ad abituarci per via della pandemia. Altrimenti non ci sembrerebbe niente di più che un controsenso.

Sabato scorso è andato in scena “L’Ultimo Concerto”, un evento realizzato con la collaborazione di oltre 120 live club italiani, seguito in streaming da circa 100mila persone, che si aspettavano di assistere effettivamente ad un concerto. E che hanno invece assistito ad un lungo, significativo silenzio da parte dei loro artisti preferiti. Un silenzio simbolico, come hanno spiegato gli organizzatori, che paradossalmente dà finalmente voce ad un intero settore piegato da una crisi senza precedenti, con migliaia di lavoratori che sono fermi da un anno e in alcuni casi potrebbero non riuscire a ripartire mai, nemmeno dopo la fine di quest’incubo.

Se non altro, il nuovo premier Draghi, nel suo primo discorso al Senato, ha finalmente citato musica, spettacolo dal vivo, lavoratori dello spettacolo, arte e cultura come patrimonio e valori essenziali da difendere e promuovere. Ora, c’è da passare dalle parole ai fatti. Ora, come hanno detto gli organizzatori de “L’Ultimo Concerto”, si apre una nuova fase: è arrivato il momento di pensare al “Prossimo Concerto”. Sperando che arrivi presto. Nel frattempo, godiamoci Sanremo.

 

VICENZA IN GARA

Vicenza e la sua provincia sono sempre state, per qualche congiunzione astrale, terreno estremamente fertile sotto il profilo musicale. A partire dal successo del rock dei Derozer e dei Mistonocivo a cavallo tra fine ‘90 e primi 2000, passando per l’elettronica dei Bloody Beetroots e poi per il pop di Francesca Michielin, fino all’esplosione del rap di Nitro, Mambolosco, Nashley e Madame in tempi più recenti, Vicenza ha messo in cassaforte nella sua storia recente una serie interminabile di successi. E Vicenza è anche casa nostra, del Lumen Festival, quindi questo discorso ci sta particolarmente a cuore.

Un nuovo, grandissimo attestato della qualità e del successo della musica Made in Vicenza è la partecipazione al Festival di Sanremo 2021 proprio di Francesca Michielin e Madame. Carriera decennale la prima, pronta a far uscire l’album di debutto la seconda. Due pubblici abbastanza differenti, ma uguale abilità nel far breccia nel cuore del grande pubblico. Il Festival rappresenta per entrambe una straordinaria vetrina, specialmente in un periodo in cui Sanremo diventa la cosa che più si avvicina all’esibirsi davanti ad un grande pubblico (visto che, anche se da casa, mezza Italia lo guarderà). E noi siamo certi che sapranno sfruttarla a dovere, questa vetrina.

In bocca al lupo, dunque, alle due Francesca! E chissà che non riescano a mettere la firma su un nuovo successo per la musica targata Vicenza…