Prendete l’edizione 2016 di un Festival storico come Ypsigrock, con le rotative che al momento di stampare i poster con la line-up compongono nomi come Crystal Castles, The Vaccines, Savages, Mudhoney e altri artisti che solcano i palchi dei migliori festival in giro per il globo.
Di quella ventesima edizione, una rivista cult come Rolling Stones ha scritto: “lo show di Niagara è stato decisamente il più impressionante, eccetto per quello di Savages”. Sono abituati a stupire, Davide Tomat e Gabriele Ottino, componenti di questo due elettronico in salsa torinese. Per questo abbiamo deciso di dargli le chiavi del palco del Lumen Festival 2017. Ci saliranno giovedì 22 giugno, pronti a contaminare il pubblico con il loro sound. Calza a pennello la definizione che di loro ha fatto Noisey: “…se un paio dei Beatles fossero nati qualche decennio più tardi e avessero avuto tra le mani macchinari elettronici anziché bassi, viola e chitarre, sarebbe venuto fuori qualcosa di molto simile ai risultati zarro-psichedelici dei qui presenti Niagara”.
Una band che dal 2016 è entrata a far parte di Radar Concerti. Assieme a loro, in quella scuderia farcita di cavalli di razza, per l’Italia ci sono The XX, Grimes, M83, Fka Twigs, giusto per farsi un’idea…
Per quanto riguarda la parte produttiva, hanno sfornato un EP nel 2012 (“Niagara”), e tre albums: “Otto” (2013), “Don’t Take It Personally” (2014), e “Hyperocean” (2016). Quest’ultimo è entrato in tutte le più importanti classifiche di gradimento dell’anno passato, venendo incluso tra i migliori 30 album del 2016 da Noisey e nella top 10 annuale di Impatto Sonoro.
In un’intervista a Rolling Stones hanno detto di non offendersi se qualcuno li chiama fricchettoni: «Certo che non ci offendiamo, siamo fricchettoni moderni che vivono sulle nuvole, ma in mezzo alla tecnologia anziché tra i verdi prati». C’è tanta acqua, nei lavori di Niagara, e non è una battutaccia. Un po’ come dire che le ispirazioni per i loro pezzi li travolgono continuamente in un flusso molto simile a quello di una cascata. Il duo, poi, è diventato un trio con l’avvento di Paolo Scappazzoni, batterista. Tre persone rinchiuse all’interno del loro studio, con il monitor del pc che irradia la stanza con un’immagine di un pianeta completamente formato da acqua. Un giorno decidono di scrivere all’etichetta indipendente londinese Monotreme Records, inviando i propri lavori. Da lì è nata un rapporto che loro stessi definiscono la loro salvezza. Nel nostro tentativo di portare artisti sempre innovativi, che fuoriescono da ogni tentativo di catalogazione mainstream e che possano portare un’aria nuova che sorprenda un pubblico dal palato fine come quello del Lumen Festival, non potevamo che affidarci a Niagara.
Invaderanno l’atmosfera del Giardino Salvi con la loro musica che è a tutti gli effetti un’incredibile esperienza sensoriale, influenzata da artisti come Tv On the Radio, Beatles, Pink Floyd, Animal Collective ma soprattutto dall’ispirazione brillante ed incessante che fuoriesce dai componenti di questa band, capace di stupire dall’inizio alla fine di ogni sua esibizione. E non abbiamo alcun dubbio che anche in questa quinta edizione del Lumen Festival lasceranno tutti, noi compresi, con la bocca aperta